martedì 24 gennaio 2012

Di momenti andati, di libri, di quadri e di sintesi modulare.

Rubavo i libri a mio zio, quello con il quale tanti anni dopo avrei tagliato i ponti e serrato le selle. Già da piccolo ero attratto da questi oggetti del mistero che chissà di quali misteri raccontavano. A 14 anni, se non ricordo male, mi imbattei in un libro di Jung lo lessi anche. Ovviamente da quella lettura, quel giorno, trassi il nulla o forse quasi. Ma il ricordo di quel momento e di quel libro rimasero nel taschino della memoria, come segnalibro fino all'età della ragione quando poi ne acquistai una copia e lo rilessi quasi a voler ritornare a quella stanza, a quel soggiorno di mobili color marrone scuro, a quella giornata di fine estate. Oltre le storie che portano, i libri sono dei momenti fermati nel tempo attraverso i quali sono entrato dentro e ne ho rubato tutto il loro humus iniettandolo nei miei giorni, nella mia più consapevole quotidianità. Ma questa è una divagazione. O forse tutto è divagazione. Non mi piace guardare a quello che è stato, per me il passato è una terra straniera, è uno strano posto dove non tornare mai pìù. Sono uno straniero venuto dal tempo. Qualche volta per un motivo o l'altro si apre un “taglio di Fontana”, torna qualche ricordo come uno schiaffo all'improvviso. Amo i quadri astratti perchè forse ritraggono il futuro o fermano un momento che non c'è mai stato e ci vogliono fare credere che prima o poi ci sarà; lo sentiremo dentro di noi quel momento fermato dal pittore, lo sentiremo trasmutare in enfasi, in stato d'ebbrezza dell'anima. Ne sono convinto. Amo tutto ciò che non è, o meglio che non c'è come i miei synth che riproducono suoni non presenti in natura. A pensarci c'è qualcosa di alieno. I synth attraverso la matematica e la sintesi modulare riescono a creare suoni che la natura non conosce, che non ha mai prodotto. Ma come è possibile ascoltare un suono che non esiste? Forse c'è dell'altro e noi lo possiamo solamente ipotizzare.

lunedì 31 marzo 2008

Le voci di dentro: la città di Nerofumo

Il Sogno: "Questa è la città dove tutto è alla rovescia. Dove l'inferno avanza. Dove il giusto e il vero hanno un altro nome. Dove tutto è nerofumo. Qui non c'è niente da vedere, qui tutto è già stato capito, tutto è stato fatto, qui è tutto dovuto. C'è odore di bruciato ovunque.
E' il posto dei panorami di immondizia, dove c'è rischio di inquinamento da diossina, dove ci sono scoli fognari a mare aperto, dove si fanno progetti di parchi per strutture eoliche dove vento non ce n'è. E' il posto dove le gare d'appalto le redige l'appaltatore e poi le passa all'appaltante il quale le rispedisce all'appaltatore.
Qui la giustizia è un mostro, qui trionfa l'impunità e l'insabbiamento, è il circo dei nani, la giostra degli incapaci.
Nessuno si distingue, mai. Qui si riconoscono gli amici nei verbali di arresto. Qui i consensi elettorali sono inspiegabili. Qui i corrotti sono rispettabili. Chi sbaglia è un esempio. Questo è il posto dove Borsellino muore un'altra volta.
Questo è il posto dove non ci può essere posto. Dove le buone idee sono cattive. Dove si sfascia quello che è buono. Dove si costruisce quello che è cattivo.
Qui il diritto cede il posto al favore.
Questo è il posto dove il crimine paga.
E non ci si deve preoccupare. E ci si deve abituare."

Il Dubbio: E se non avessi sognato?

martedì 25 marzo 2008

Pagina 161

Raccolgo l'invito di Juliet e scrivo queste poche righe tratte da un libro che da qualche parte e in qualche modo ha lasciato traccia nelle mie carte, nei miei pensieri e in certe prospettive che, anche oggi, sarebbero diverse senza quell'una lettura.
(Regola: occorre riportare parte della pagina 161 del nostro libro preferito)

"Il venerdì seguente, quello in cui Wina doveva ritornare, Walt, senza pensare a lei, balzò con tanta intima gioia dal letto nel giorno, quasi fosse stato un letto di nozze. Non ne conosceva il motivo, se non che per tutta la notte aveva visto un sogno che continuava a sfuggirgli, e di cui non aveva conservato né immagini né parole, null'altro che una certa beatitudine senza nome.
I sogni vengono spesso trasportati attraverso la notte degli uomini come fiori celesti, e alla luce del giorno non resta degli scomparsi altra traccia che un misterioso profumo di primavera. "

Ritengo che Marlene possa fare altrettanto.

mercoledì 12 marzo 2008

Occhi

occhi senza tempo
occhi sotto scacco
occhi senza pena
occhi di chi vende pane
occhi di chi compra vino
occhi di chi aspetta eterno
occhi di chi piange invano
occhi che non c'entrano
occhi dentro i vicoli di Roma
occhi come lampare a illuminare
occhi che non sanno cosa fare
occhi nelle Notti Bianche di Dostoevskij
occhi per capire

sabato 1 marzo 2008

Neverwhere e i sotterranei del Possibile

Lessi il libro credo nel '99 a pochi mesi dalla sua pubblicazione. Lo comprai in una soleggiata biblioteca di Pescara, in una domenica di settembre.

Il Newerwhere di Gaiman è certamente un diamante unico in quel mondo, per la maggior parte becero e gonfio di nulla, dell'universo dark. Esso dà splendore ad un mondo che di luce non ha nulla per antonomasia.

Credo sia molto di più che un fantasy-dark, categorizzare è misero e deplorevole soprattutto in questo caso.

C'è in esso la vita che non è, le esistenze di anime borderline dove la realtà è una mancata morte, dove si vive parallelamente ma non si sa a cosa.
Dove il passare da un mondo all’altro attraverso porte e anfratti è un’abile metafora di quello che non sappiamo, dell’oscura entità delle cose che potrebbero contenere o estendere significati sinora sfiorati solamente per caso, per ebbrezza della ragione e quasi disattesi per timori ancora non metabolizzati.

E’ un romanzo che supera gli altri per invettiva, in itinere, per spiazzamento della fantasia di chi legge, per trovate sempre nuove ed intelligenti che attanagliano il pensiero rendendolo plagiato da spiragli di luce che aprono al Possibile pur essendo l’Impossibile la materia del libro.

E poi c’è Londra, i sotterranei di Londra (London Below), già misteriosa e cupa di suo con la sua nebbia affascinante e vicina alle nostri notti immaginifiche, odoranti di rame e di cera su un velluto ormai deturpato.

Persone, genti appartenenti a mondi che non ci sono o che, meglio, non vediamo quando il “sembrare” è tutto un riempire di quell’orfanotrofio della nostra quotidianità abituata a vedere ciò che guarda, e non oltre.

martedì 12 febbraio 2008

Fenomenologia di Lieve (e di un suo Maggiore)

Avrei voluto iniziare a scrivere su questo blog parlandovi di grandi uomini, di persone che abbiano fatto la differenza per idee, ideali, scoperte scientifice o quant'altro. Ma ahimè l'incipit dei miei scritti sarà dedicato a forme serpeggianti di nazismo, a forme di epurazione croniche dettate da pochezza mentale e di intolleranze verso idee e posizioni diverse.

Lo spunto parte da un blog presente nella rete, ma ovviamente il discorso investe uno spettro più ampio. Come a dire si parte dall'insignificante per arrivare al problema concreto. L'insignificante è il blog di proprietà-nazi di certa Lieve (per motivi di privacy non fornirò lindirizzo web). Pur essendo uno spazio costellato di ciarpame vario rende l'idea, in piccolo, di come possano formarsi certe mentalità settarie. Il blog più autorevole, invece, è quello di Beppe Grillo che, come il suo minore (quello di Lieve), passa alla censura i post che non sono allineati al suo pensiero.

Cos'è che lega i due Epuratori?

Lieve è l'esempio di censore incolto, cieco a qualsiasi forma di cultura e di attenzione alla democrazia di un qualsivoglia pensiero. E questo, in verità, può essere un'attenuante.
Ovviamente una persona provvista di ristrettezze cognitive e priva di "liberismo" filosofico potrebbe non essere considerata epuratrice, ma semplice bambina viziata che non sa gestire il suo primo approccio col mezzo tecnologico. Tagliare chi non si allinea fu prrerogativa dei più grandi e tristemente noti regimi comunisti, fascisti, bolscevici, nazisti, ecc.
E finchè tale taglio di democrazia provenga da insignificante fonte, poco importa.

Ma se anche questo lo fa Beppe Grillo? Cosa succede?

Su 3 o 4 quotidiani, nonchè settimanali noti al grande pubblico (cito ad esempio: Libero, il Manifesto, il Giornale, e credo Panorama - per non parlare di forum autorevoli presenti nella rete) leggo di epurazioni praticate dal comico Grillo su argomenti a lui non congeniali.
Un utente del suo blog, scrive su Libero, che avendo pubblicato un commento ad un post che parlava dell'intitolazione di una strada di Roma a Bettino Craxi e, avendo formulato un suo pensiero civile, composto e non offensivo nei confronti di alcuno, dopo 8 minuti constata che il suo commento è come per incanto SPARITO!!

Cosa pensare? Beppe Grillo non è persona incolta come la sopracitata Lieve.
Cosa lega il colto all'incolto? Perchè tutti e due tagliano? Qual'è il sottile filo rosso che li lega?

Sono forse i personaggi come Lieve i firmatari, nonché presenzialisti del "Vaffa Day" tenuti a battesimo da Grillo? Voglio sperare di no.

Voglio sperare che al di là delle idee, errate o giuste, vi sia uno spiraglio di democrazia sempre e comunque. E guai se ciò non fosse.

E' forse questo il "guasto" che pone Beppe Grillo quale persona non idonea a rappresentare.
Benchè certe sue intuizioni siano giuste e sacrosante (si pensi alle nuove forme di energia, a Skype, alla vicenda Parmalat, all'affaire Telecom) egli non potrà mai essere leader di un partito o di un movimento. Egli manipola il pensiero di ciascuno compiendo tagli alle idee e al dialogo "ostile" al suo.

Basta un niente per annullare qualsiasi buon proposito.
Non si è persone perbene per acclamazione settaria. Lo si è quando ciascuno, il rosso e il nero, possa riconoscere la probità di chi parla dal pulpito.