sabato 1 marzo 2008

Neverwhere e i sotterranei del Possibile

Lessi il libro credo nel '99 a pochi mesi dalla sua pubblicazione. Lo comprai in una soleggiata biblioteca di Pescara, in una domenica di settembre.

Il Newerwhere di Gaiman è certamente un diamante unico in quel mondo, per la maggior parte becero e gonfio di nulla, dell'universo dark. Esso dà splendore ad un mondo che di luce non ha nulla per antonomasia.

Credo sia molto di più che un fantasy-dark, categorizzare è misero e deplorevole soprattutto in questo caso.

C'è in esso la vita che non è, le esistenze di anime borderline dove la realtà è una mancata morte, dove si vive parallelamente ma non si sa a cosa.
Dove il passare da un mondo all’altro attraverso porte e anfratti è un’abile metafora di quello che non sappiamo, dell’oscura entità delle cose che potrebbero contenere o estendere significati sinora sfiorati solamente per caso, per ebbrezza della ragione e quasi disattesi per timori ancora non metabolizzati.

E’ un romanzo che supera gli altri per invettiva, in itinere, per spiazzamento della fantasia di chi legge, per trovate sempre nuove ed intelligenti che attanagliano il pensiero rendendolo plagiato da spiragli di luce che aprono al Possibile pur essendo l’Impossibile la materia del libro.

E poi c’è Londra, i sotterranei di Londra (London Below), già misteriosa e cupa di suo con la sua nebbia affascinante e vicina alle nostri notti immaginifiche, odoranti di rame e di cera su un velluto ormai deturpato.

Persone, genti appartenenti a mondi che non ci sono o che, meglio, non vediamo quando il “sembrare” è tutto un riempire di quell’orfanotrofio della nostra quotidianità abituata a vedere ciò che guarda, e non oltre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona sera Dreyfus, purtroppo questo libro non l'ho letto, ma mi pare di capire che descriva una underground life, dark...Ti ho inserito nell'elenco dei miei blog preferiti, mi piace quello che scrivi, spero me lo consenti. A presto.

Marlene ha detto...

perché dici che sembra non l'abbia scritta tu?